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Gianni Barbacetto

Compagni che sbagliano
La sinistra al governo e altre avventure della nuova Italia.
Il Saggiatore 2007

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I partiti sono morti
e non lo sanno

La verità è che ormai i partiti sono morti e non lo sanno. Fortissimi in termini di potere, di occupazione di posti, di visibilità mediatica, di arroganza. Debolissimi, quasi inesistenti, nella società, nella vita reale. Incapaci di generare dibattito, creare opinione, prendere decisioni, mobilitare i cittadini. C'è più politica ormai in un concerto di Caparezza che non nelle riunioni degli organismi dirigenti dei partiti del centrosinistra. Non per amore del movimentismo, che non può certo esaurire la politica o sostituirsi a essa: no, proprio per i contenuti. Tante riunioni di partito sono interminabili trattative su posti e ruoli di dirigenti ed eletti, defatiganti negoziati, inconfessabili patteggiamenti. Idee, analisi, proposte, iniziative: assenti. Selezione dei dirigenti: fatta sulla capacità di navigare dentro le burocrazie di partito o di corrente. I partiti hanno cambiato radicalmente natura. Certo, Forza Italia è il modello irraggiungibile di partito personale, costruito con i soldi, le tv e il carisma del suo leader per affermare gli interessi (ed eventualmente le idee) del suo capo. Ha poi saldi punti di riferimento anche fuori dai suoi confini. Ma Forza Italia ha fatto scuola. Anche a sinistra. Oppure ha semplicemente anticipato una tendenza che era nelle cose. Sono cadute le ideologie, si dice: e questo è bene; ma dentro l'unica, originale, eterna cultura politica italiana - il trasformismo -, i partiti-ideologia hanno lasciato il posto a quelli personali, ai signori della guerra che controllano pezzi di apparato, gruppi di amministratori pubblici, sistemi di servizi locali (la sanità, per esempio), o aree geografiche in cui sono radicati. Ci sono tanti piccoli vassalli e valvassori che consolidano un loro potere locale e poi trattano con i gruppi centrali dei partiti, anche cambiando rapidamente partito quando ne possono ricavare un beneficio. Mentre il centro politico dilaga e deborda, il centro dei partiti (geografico-organizzativo) scompare. Non esiste più. I partiti sono sempre più federazioni di gruppi e d'interessi. Esistono figure che hanno un loro partito personale, a volte perfino trasversale alle diverse sigle.

Da "Compagni che sbagliano"

 

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