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La
chiesa di Moon, il diavolo e gli angeli
Che cosa fa e in che cosa crede la "Chiesa della
Riunificazione",
la setta che ha stregato lo "stregone" Milingo.
Moon, secondo il Vaticano, è il diavolo che si è
vendicato del vescovo esorcista. Secondo i suoi seguaci, invece,
è l'uomo capace di invitare gli angeli sulla terra.
Intanto ha invitato la Fiat a fare auto e affari in Corea
di Gabriele Romagnoli
Il capo si chiama Sun Myung Moon,
più conosciuto semplicemente come "il Reverendo
Moon", fondatore della Chiesa dell'Unificazione, movimento
religioso con milioni di fedeli nel mondo. Noto, soprattutto,
per i matrimoni di massa, celebrati nello stadio di Seoul,
al Madison Square Garden, per videoconferenza, via Internet,
tra migliaia di coppie che s'incontrano per la prima volta
al momento del sì. Nozze tra sconosciuti, che scoprono,
poi, di avere molto in comune, perché il Destino non
sbaglia.
A fine agosto 2001 tutto il mondo ha seguito la telenovela
del matrimonio tra il vescovo esorcista Emmanuel
Milingo (nella foto) e Maria
Sung. Ma, qualche tempo prima, erano avvenute altre
nozze (d'affari): tra il Reverendo Moon e l'Avvocato,
una strana coppia che la globalizzazione ha fatto "maritare"
e che "convivrà" nel lontano porto di Nampo,
Corea del Nord, dove darà alla luce tante Fiat Siena
per trasportare famiglie orientali lungo l'autostrada della
distensione Seoul-Pyongyang, costruita dal valente Giancarlo
Elia Valori, lasciandosi alle spalle le divisioni,
i risciÚ e il fantasma dell'anticomunismo, nel nome del mercato,
della velocità, del "divino genitale maschile"
e del prodigioso numero 9, dovunque esso appaia: contachilometri,
voce di bilancio, maglia di Pippo Inzaghi
o calendario che si squarcia sotto il peso e la ridicola infamia
dei tempi. Ma, prima che tutto questo accada, facciamo un
passo indietro e ricostruiamo la storia di questa "benedetta
unione".
PASSAGGIO A NORD (OVEST)
La notizia apre pagina 16 dell'Herald Tribune, 16 febbraio.
La riprenderà il Financial Times. La metterà
sott'olio la stampa italiana. La notizia è che "il
braccio finanziario" della Chiesa dell'Unificazione del
reverendo Moon ha raggiunto un accordo per produrre automobili
nella, un tempo nemica, Corea del Nord, in collaborazione
con la Fiat. Lo stablimento, con sede a Nampo, sarà
operativo da aprile, la produzione vera e propria comincerà
nel 2001. Sfornerà ogni anno 10 mila vetture (modello
Siena), ma avrà una capacità dieci volte superiore.
La Chiesa di Moon investirà 300 milioni di dollari
in cinque anni e riceverà il 70 per cento dei profitti.
è il secondo più grande invstimento di una società
del Sud nella Corea del Nord. Anche il primo (900 milioni
di dollari) aveva a che fare con le auto, essendo targato
Hyundai. Si trattava di un fondo per lo sviluppo del turismo,
mirato alla costruzione di un parco industriale contenente,
guarda caso, una fabbrica di automobili.
Interrogato dall'Herald Tribune sul senso dell'operazione
in un Paese dall'economia traballante e dove pochi possono
permettersi un'auto, pardÚn, una Siena, il direttore della
produzione Fiat per Asia e Medio Oriente, Giuseppe
Masci, ha risposto: "È un investimento
per il futuro". Deve aver visto all'orizzonte i caselli
dell'"autostrada dei Valori", su cui correrà
la "Chiesa mobile dell'Unificazione" tra le due
Coree. A quel punto, sì, l'affare potrà mettersi
in moto. L'importante è prepararsi. Conferme caute
e con qualche imbarazzo dall'ufficio relazioni esterne di
corso Marconi. "I nostri manager in Asia agiscono liberamente".
"Abbiamo accordi analoghi per produrre Regata in Vietnam
e c'è un progetto Alfa Romeo in Thailandia". "Se
non ci andavamo noi, in Nord Corea ci sarebbe andata la Renault".
È la globalizzazione, bellezza. Chissà se qualcuno
degli indipendenti manager Fiat in Asia ha trasmesso una relazione
sulle sue attività prima di concludere la trattativa,
chissà se qualcuno l'ha letta. In caso contrario, potrei
raccontare una storia.
TÈ, INCENSO E CHITARRA
L'anno era il 1996. L'uomo, un ex operaio Fiat convertitosi
alla vendita di prodotti di erboristeria. La città,
ovviamente, Torino. La via, corso Francia, un tappetone d'asfalto
che comincia vicino al centro, prosegue quando Torino è
già diventata Collegno e, per quel che se ne intravede,
potrebbe arrivare a Pyongyang: deve averlo disteso Valori.
L'uomo, che aveva anche infilato un "san" tra nome
e cognome, mi aveva invitato a conoscere la sua famiglia.
La moglie orientale l'aveva incontrata il giorno del matrimonio,
in uno stadio tedesco. Officiante: il Reverendo Moon.
Da allora avevano vissuto felici e contenti. Prodotto due
bei bambini. La casa era piena di oggetti tintinnanti. Nell'aria,
incenso profumato. La sposa mi preparÚ un delizioso tè
verde. Prese la chitarra e suonÚ per me melodie della sua
terra natìa. Me ne andai a malicuore, rifuggendo soprattutto
dal desiderio di farmi adottare. Mi frenava l'esperienza indiretta
in fatto di culti. Ti conquista un giorno di dolcezza e spiritualità.
Ti seduce una notte di orge di massa. Poi, ben che vada, fai
un assegno che ti svuota il conto, intestandolo a un burattinaio
o, mal che vada, ti disponi in cerchio con altri fratelli,
mentre il capobanda dà fuoco alla pira che spedirà
tutti sul pianeta Papalla.
Questa specie mi sembrava meno pericolosa, e più interessante.
Aiutato dal massimo esperto mondiale di sette e culti, il
professor Massimo Introvigne,
mi addentrai nei misteri di Moon, nei rovesci della sua vita
privata e delle sue attività finanziarie. Trovai una
strana passione per l'America e i riti di massa. Una difficoltà
a individuare un erede decente. La presenza di molte serpi
in seno. Una fase finale piuttosto confusa. Quest'uomo, pensai,
ricorda qualcuno. "Ma capirlo, ultimamente, è
diventato un rompicapo", avvertì Introvigne.
Milingo e Maria Sung
LA
SUOCERA È PEGGIO MORTA
Moon fondÚ la sua Chiesa nel 1954. Dopo 40 anni, il 1 maggio
del 1994, ne chiuse i battenti, dichiarando esaurito un ciclo
e dissolvendola nella Famiglia. Una mossa gattopardesca: tutto
era come prima, niente era uguale. Dopo anni di trionfi e
nozze di massa in Oriente e Nord America, Moon cercava di
rivitalizzarsi, ma anche di cambiare ragione sociale per sfiggire
ai creditori e al fallimento. Era cominciata nella sua esistenza
una nuova fase, spirituale e finanziaria. Erano arrivati gli
angeli dell'aldilà e un laureato da Harvard. Le modifiche
dottrinali sono quelle dove maggiormente è apparsa
la confusione che, sotto questo cielo, domina anche la mente
degli "eletti".
Avvicinandosi alla soglia degli ottant'anni e presagendo imminente
la fine, Moon, anziché fare il passo verso l'aldilà,
ha attirato l'aldilà a sè, con effetti per lo
più grotteschi. Molti uomini hanno problemi con la
suocera, patendone gli interventi indebiti. Ma quando la signora
è viva. Moon è l'unico essere umano tiranneggiato
dalla suocera morta. Da quando è trapassata, Dae
Mo Nim ("La Nonna") manda messaggi in continuazione
tramite la medium Hjo Nam Kim,
divenuta la vera guida spirituale del culto, organizzatrice
di simposi a raffica dove diffonde il credo venuto dal paradiso.
Vi partecipano, a pagamento, migliaia di discepoli e, si dice
gratis, angeli e spiriti. Per i più raffinati tra gli
adepti, si propagandano convegni tenuti direttamente nell'altro
mondo, a cui sovrintende il figlio di Moon,
Heung Jin, deceduto in un incidente d'auto nel 1984.
Tra le più recenti pubblicazioni della congregazione:
"Vita nel mondo degli spiriti sulla Terra", scritto
dal maestro San Hung Lee dopo
la sua morte e contenente, al capitolo cinque, le interviste
dall'aldilà richieste dal Reverendo in persona. A domanda
rispondono: Hitler, Lenin e Stalin.
La stessa triade fu benedetta da Moon, insieme con 120 milioni
di coppie, il 30 giugno 1998, aprendo formalmente i cancelli
per "la liberazione dell'inferno".
Altra "liberazione" storica compiuta dal Reverendo,
quella del numero 9. Nientemeno. Avvenuta con una benedizione
impartita alle 9, 9 minuti e 9 secondi del 9/9/1999. Come
annota stupefatto Introvigne nel suo libro di prossima pubblicazione
"Studies in Contemporary Religion": "Avendo
Moon 79 anni il numero 9 era presente 9 volte nella circostanza
e la cerimonia, nelle intenzioni, lo riscattava da Satana,
restituendolo a Dio". La forza per riuscire in una simile
impresa gli veniva forse dalle potenti alleanze concluse,
prima ancora di quella con l'Avvocato. Al fianco del Reverendo,
durante i suoi sacramenti di massa si sono segnalati, di volta
in volta: l'agitatore della Islam Nation,
Louis Farrakhan, l'arcivescovo canterino Emmanuel
Milingo, l'ex vicepresidente semi-analfabeta Dan
Quayle. E solo per nominare i vivi. Consensi all'esterno,
ma anche contrasti interni, derivanti da due svolte improvvide
di natura religiosa e politica.
NON MORIREMO ANTI-COMUNISTI
"L'organo sessuale maschile ha natura divina". È
un'affermazione condivisa in molti bar della Padania e in
alcuni testi taoisti, ma che, pronunciata da un uomo sulla
soglia degli ottant'anni, ha destato, più che scalpore,
incredulità. I saggi della congregazione si sono divisi
e, mentre Moon e signora cercavano conferme a Pantanal, nel
loro nuovo possedimento terriero "Il Giardino Orientale
della Nuova Speranza", sette milioni e mezzo di acri
comperati in Brasile, si è rischiato lo scisma.
Ancor più discussa fu, a suo tempo, la scelta che ha
spianato la strada alla Fiat Siena: quella di riaprire il
dialogo con il rosso Kim Il Sung,
sancita da un primo colloquio del 1991. L'estrema destra sud-coreana
non gliel'ha perdonato, togliendogli l'appoggio, ma il Reverendo
aveva bisogno di nuovi mercati e ha preferito qualche sostenitore
in meno e qualche cliente in più. Lo richiedevano i
tempi e i bilanci. La Tongil,
la holding che rappresentava il braccio finanziario della
Chiesa, era sull'orlo del fallimento. Nonostante tutto. Nonostante
avesse il monopolio mondiale del commercio di ginseng. Nonostante
il ruolo di leader nell'industria pesante e nei componenti
auto in Corea del Sud. Nonostante le partecipazioni in molte
società editoriali e di comunicazione (nel portafoglio
personale di Moon c'è il "Washington Times").
Nonostante i letti di marmo. Precisamente. Nella storia degli
accordi economici tra Italia e Moon, l'Avvocato
arriva secondo. Al primo posto: i marmisti di Carrara. Succede
che in Corea, per tradizione, si dorme sul pavimento. Le tradizioni,
è noto a chi le sperimenta, col tempo tolgono il sonno.
Per cui, le classi più abbienti, dovendo scegliere
tra spezzare il tabù o la colonna vertebrale, non hanno
avuto dubbi. E vai col letto. Ma l'ipocrisia è sempre
in agguato e trova compromessi di lusso: ecco allora l'idea
dei letti di marmo, piattaforme che richiamano il pavimento,
ma su cui posare la comodità di un materasso. Costo
medio: 10 mila dollari. Provenienza: Carrara. Importatore:
la Tongil del Reverendo Moon. Non è bastato per evitare
il rosso dei bilanci. E allora: via alle trattative col rosso
Kim Il Sung. Via alle trattative
con chiunque potesse procacciare affari: il nero Farrakhan,
il pallido Quayle.
L'AMICO AMERICANO
L'Avvocato, la strategia delle
alleanze a 360 gradi la conosce da tempo. Gli accordi con
i comunisti, ex o post (più affidabili di una destra
in mano a ex cantanti da crociera) non li snobba. E se la
cava anche nella gestione del business, una volta avviato,
se gli riesce di tenere a bada qualche vecchio spirito che
non ne vuol sapere di trapassare e andare a intervistare Lenin.
Moon, invece, è sempre stato un disastro, come lui
stesso ha riconosciuto, finché non gli è venuta
una luminosa intuizione: far studiare i figli. Così,
mentre il primogenito Hyo Jin
affondava nel vortice della tossicodipendenza (come rivelato
dalla ex moglie in un libro di sofferte memorie dal titolo
"All'ombra dei Moon"), il terzogenito Hyun
Jin andava a Harvard. Fino a quel momento, era andato
a cavallo, arrivando a rappresentare la Corea nell'equitazione
alle Olimpiadi del 1988 e del 1992. Dopo: a studiare. Curvo
sui libri di economia per conquistare, nel 1998, il master
in Business Administration e tornare poi a Seoul per cercare
di rimettere insieme i cocci della Tongil, ormai suddivisa
in una serie di "scatole coreane" tra cui la Pyongwha
Motor Company, affiliata per la produzione automobilistica
che ha stretto l'accordo con Fiat, insieme con la società
statale nord coreana Ryungbong.
"Ci stiamo ristrutturando", ha dichiarato, firmando
orgoglioso, il Reverendo Hwan,
"missionario" al Nord. Una nuova fase si accende
per la congregazione. Girato il contachilomentri del tempo
sul doppio 9 di fine millennio, il futuro si è annunciato
con un accordo prestigioso siglato il 3 febbraio e una grande
festa celebrata il 10, ottantesimo compleanno del Reverendo.
Nell'occasione, per tenersi in esercizio, ha sposato qualche
migliaia di fedeli e ricevuto da loro un modesto dono: un
tempio, il primo della sua religione, una specie di Lingotto
eretto a Chung Pyung, a immagine e somiglianza di quello del
re Salomone.
DIO LO VUOLE
Una cerimonia semplice e toccante, che ha riaffermato i valori
della Famiglia e opportunamente taciuto sulla più riuscita
incarnazione della natura divina. Ha detto il reverendo: "È
volontà celeste la riunificazione tra le due Coree".
Aggiungendo: "Dobbiamo trovare uno strumento d'amore
che le avvicini beneficiandole entrambe". Soluzione:
un'autostrada dei Valori percorsa
da frotte di Siena. "È una nuova alba", ha
annunciato il suo braccio destro, reverendo Hwan. Una radiosa
epoca di alleanze a 360 gradi, benedette da religioni-supermarket.
I vecchi timonieri s'inchinano alla rotta della globalizzazione
e s'incontrano a metà autostrada su un letto di lussuosi
compromessi. Dovrebbero vedersi davvero, l'Avvocato
e il Reverendo, sontuosi e crepuscolari,
patriarchi di famiglie sterminate e sfortunate, costruttori
di città visibili e invisibili, padroni di squadre
di calcio, cavalli e cavalieri, giornali più o meno
autorevoli, padroni dei Giochi, capaci di avere le Olimpiadi
a Seoul e, se nevica, a Torino.
Sopravanzati, entrambi, da una nuova leva di arroganti profeti
della new economy e della new age, messaggeri elettronici
di un Dio degli affari che si annida nella Rete. Fondatori
di industrie che si fanno chiesa e viceversa. Profani al proprio
credo, autostoppisti lungo la carretera dei valori, destinati
al fulgido tramonto, chi a Villar Perosa, chi a Pantanal,
dove, è l'ultima rivelazione, dovrebbero aprirsi i
cancelli del Cielo. O quelli di Mirafiori. Per lasciar apparire
la lucente, promessa, Fiat Siena.
(questo articolo è apparso su "Diario" nel
marzo 2000)
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